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PERCORSI ALLA SCOPERTA DELLA PROVINCIA DI CAMPOBASSO

Nei luoghi dove la storia si è svolta e dove il patrimonio culturale della Provincia è conservato e raccontato: un viaggio tra Musei e Castelli per scoprire l'identità culturale e storica del territorio.
Luoghi pieni di fascino che dominano e segnano il paesaggio, come tracce di una storia passata che ancora oggi vive tra sale affrescate, corti rinascimentali, musei all'aperto e antichi palazzi che ospitano importanti collezioni.

 
 

INDICE

  1. CAMPOBASSO - MUSEO PROVINCIALE SANNITICO
  2. CAMPOBASSO - PALAZZO PISTILLI
  3. CAMPOBASSO - MUSEO DEI MISTERI
  4. BARANELLO - MUSEO CIVICO "GIUSEPPE BARONE"
  5. CASACALENDA - MUSEO ALL'APERTO KALENARTE E GALLERIA CIVICA "FRANCO LIBERTUCCI"
  6. CASALCIPRANO - MUSEO A CIELO APERTO DELLA MEMORIA CONTADINA
  7. GAMBATESA - CASTELLO DI CAPUA
  8. CIVITACAMPOMARANO - CASTELLO ANGIOINO
  9. RICCIA - PIANO DELLA CORTE
 
 
 
 
Interno del Museo Provinciale Sannitico a Campobasso

CAMPOBASSO - MUSEO PROVINCIALE SANNITICO

Via Chiarizia, 10 - Campobasso

La collezione del Museo Provinciale Sannitico di Campobasso, costituitosi sulla scia dei fermenti culturali post unitari, dopo l'entusiasmo del primo periodo durante il quale fu conservato presso la sede della Provincia, iniziò un lungo percorso di spostamenti e spoliazioni durato fino agli anni Settanta, la Soprintendenza, da poco istituita, decise di restaurare e catalogare i reperti. Con l'acquisto ed il restauro da parte dello Stato di Palazzo Mazzarotta, attuale sede del Museo, finalmente la collezione trovò una sua collocazione ed esposizione definitiva. Attualmente, il Museo, che raccoglie reperti provenienti da tutto il territorio regionale e relativi ad un lasso di tempo che va dall'epoca preistorica fino al medioevo, sta ricevendo una nuova veste che mira ad ampliare le superfici espositive per migliorare la comunicazione dei contenuti. La collezione conserva reperti unici nell'ambito archeologico nazionale, come l'anello sigillo costituito da una moneta ed una gemma di epoca romana, montata dai longobardi e proveniente dai corredi di una delle circa trecento sepolture altomedioevali rinvenute a Campochiaro. Il Museo Provinciale Sannitico è un luogo che merita una visita per comprendere la storia ed i popoli che hanno attraversato il territorio molisano.

 
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Quadro all'interno di Palazzo Pistilli a Campobasso

CAMPOBASSO - PALAZZO PISTILLI

Salita San Bartolomeo, 10 - Campobasso

Il settecentesco Palazzo Pistilli, che sore nel cuore del centro storico di Campobasso, è stato di recente trasformato in spazio espositivo per accogliere la mostra I Colori delle Emozioni. Il Collezionismo di Giuseppe Ottavio Eliseo e Michele Praitano per Campobasso ed il Molise, che rende omaggio alle attività di due importanti collezionisti campobassani, al loro amore per l'arte e alla loro generosità nei confronti della propria terra. Attraverso l'esposizione di una scelta delle opere da loro donate allo Stato, è stato realizzato un percorso che attraversa la storia dell'arte italiana dal Seicento al Novecento, con uno sguardo particolare alla produzione napoletana. Particolarmente affascinante è la sezione dei ritratti, nella quale ci si sente al centro di un fuoco di sguardi che, incrociandosi, vanno oltre, viaggiando nel tempo e nello spazio. Altrettanto ricco è lo spazio dedicato alla pittura dal vero che, nata in Francia, in Italia si colora di un'attenzione particolare per il mondo contadino e la sua verità.

 
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Interno del Museo dei Misteri a Campobasso

CAMPOBASSO - MUSEO DEI MISTERI

Via Trento, 3 - Campobasso

Il Museo dei Misteri di Campobasso è il luogo da cui parte e dove fa ritorno ogni anno la Processione dei Misteri che si svolge nel giorno del Corpus Domini, nel capoluogo di Regione. Una processione che vede sfilare, lungo le strette vie medievali e nei viali ottocenteschi della città, portate a spalla dai cosiddetti portatori, 13 ingegni o macchine, strutture in ferro fucinato dallo sviluppo verticale, realizzate nel 1740 dallo scultore campobassano Paolo Saverio Di Zinno, a cui sono legati, attraverso forti imbracature, uomini, donne e bambini a rappresentare Santi, Madonne ed Angeli. Ogni Mistero, infatti, raffigura episodi tratti dall'agiografia dei Santi e Dogmi della fede, in un corteo che ogni anno rinnova lo spettacolo di meraviglia e stupore agli occhi dei presenti. Il Museo svolge il ruolo fondamentale di essere il luogo di preparazione della processione, oltre a conservare gli ingegni ed i costumi e a valorizzare e a mantenere viva durante l'anno la tradizione. Ne rappresenta quindi il vero cuore pulsante, tenuto in vita grazie alla dedizione dell'Associazione che lo gestisce. La visita agli ingegni è accompagnata dalle riproduzione dei disegni originali del Di Zinno e da un breve testo descrittivo del soggetto rappresentato. Nelle altre sale del Museo sono allestite mostre fotografiche, vetrine con i costumi antichi indossati dai figuranti nella processione e uno spazio dedicato alla visione di brevi riprese filmate della Festività, alcune provenienti dall'Archivio dell'Istituto Luce, fatte nel corso della prima metà del XX secolo.

 
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Interno del Museo Civico di Baranello

BARANELLO - MUSEO CIVICO "GIUSEPPE BARONE"

Via S. Maria, 13 - Baranello

La collezione del Museo Civico di Baranello nasce dalla volontà e dalla passione dell'architetto Giuseppe Barone il quale, dopo aver raccolto oltre duemila tra reperti archeologici e opere realizzate in tecniche varie e provenienti da tutta Europa e non solo, decide nel 1897 di donarle, con atto di grande liberalità, al suo paese natio, con la volontà di avvicinare ed educare al bello e all'arte chi, per distanza fisica e culturale, non aveva possibilità di farlo in altro modo. Il risultato è un Museo che rappresenta un vero gioiello nel panorama culturale e artistico della Regione e non solo, con le sue due stanze ricoperte da vetrine piene di tanti piccoli, ma significativi pezzi che raccontano parti di storia e civiltà umana. Se la prima sala raccoglie i reperti più antichi, che vanno da quelli protostorici provenienti da Cuma alle meravigliose ceramiche greche ed italiote, agli Aegyptiaca, mentre sulla parete delle scale si possono ammirare una significativa e ricca raccolta di ceramiche antiche: dalle maioliche di Faenza alle eleganti porcellane di Sevres o di Meissen, dal biscuit di Capodimonte agli splendidi esemplari di porcellane cinesi e giapponesi.

 
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Interno del Museo all'Aperto Kalenarte

CASACALENDA - MUSEO ALL'APERTO KALENARTE E GALLERIA CIVICA "FRANCO LIBERTUCCI"

Corso Roma, 78 - Casacalenda

Il progetto del Museo all'Aperto Kalenarte nasce nel 1990 come progetto di residenza d'artista. L'idea è quella di accogliere nel paese ogni anno, per alcuni giorni, un artista al quale richiedere di realizzare, nell'ambito urbano e territoriale del borgo, un'opera che lo riqualifichi e ne esalti la forza poetica. Nasce così il Museo all'Aperto di Casacalenda, lungo il percorso è possibile godere delle installazioni permanenti realizzate sul territorio comunale da artisti quali Hidethoshi Nagasawa, Carlo Lorenzetti, Adrian Tranquilli, Costas Varotsos, Massimo Palumbo e altri. 
La Galleria Civica "Franco Libertucci" nasce come corpo distinto, ma parallelo al Museo all'Aperto. Nel corso degli anni si è raccolta una piccola, ma significativa collezione di opere provenienti principalmente da donazioni di artisti ospitati nel borgo, ma anche di artisti che, apprezzando il lavoro svolto dall'Associazione che cura il progetto e che da essi prende il nome, hanno deciso di partecipare a questo work in progress, lasciando tracce della propria arte. La collezione è composta da più di 54 opere, per lo più dipinti su tela, sculture e installazioni, allestite in uno spazio architettonico che si articola in diverse stanze ricavate nel sottotetto del Palazzo Comunale,

 
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Scena di vita contadina

CASALCIPRANO - MUSEO A CIELO APERTO DELLA MEMORIA CONTADINA

Lungo le strade del paese

Il Museo a cielo aperto della Memoria Contadina è stato allestito nel 2004 lungo le vie e e negli spazi del borgo medievale di Casalciprano: un percorso all'aperto originale ed insolito nei suoi concetti espositivi, ricco di contaminazioni del tempo in cui oggetti tradizionali trovano completamento con opere scultoree e pittoriche contemporanee. Oggetti, strumenti e costumi, riconducibili a usi quotidiani della vita contadina, sono inseriti in teche; i dipinti, ispirati alla documentazione fotografica, descrivono momenti di aggregazione come la festa o le attività contadine; le sculture in bronzo ritraggono figure catturate con in una istantanea mentre i bassorilievi in pietra raccontano il lavoro antico di uomini e di donne. Nelle abitazioni sono rappresentate le abitudini quotidiane scandite dal tempo del giorno, in cui non mancano i riferimenti alle credenze popolari, segno di identità della propria terra. La passeggiata alla scoperta delle opere è dettata dai tempi del visitatore, dalla sua voglia di rivivere le suggestioni di un tempo passato. Il Museo dallo scorso anno si è arricchito di opere pittoriche a parete, realizzate da sei artisti italiani emergenti. Le otto imponenti opere, realizzate sulle facciate di alcun abitazioni messe a disposizione dai proprietari, mantengono temi della tradizione, ma la loro resa artistica le proietta verso il futuro.

 
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Affresco all'interno del Castello di Gambatesa

GAMBATESA - CASTELLO DI CAPUA

Largo Castello - Gambatesa

Il Castello, posto nel cuore del centro storico di Gambatesa, sorto nel Medioevo come fortezza difensiva, è nella forma attuale il risultato di una serie di interventi che ne hanno modificato la struttura nel corso dei secoli. Gli interventi più significativi sono quelli legati alla volontà degli esponenti della famiglia De Capua, della quale ancora oggi mantiene il nome. In particolare a Vincenzo I di Capua d'Altavilla si deve la decorazione delle pareti del piano nobile, ricoperte di affreschi realizzati nel XVI secolo dal manierista Donato da Copertino, con molte probabilità allievo del Vasari a Roma alla fine degli anni '40 del Cinquecento. Attraversando le nove sale affrescate, si assiste, tra cornucopie, cariatidi e raffigurazioni allegoriche di Virtù, alla glorificazione del committente e della sua casata, con un ampio repertorio di figurazioni e rimandi alla Metamorfosi di Ovidio e bellissimi squarci naturalistici.
Una tappa da non perdere nel viaggio attraverso la storia dell'arte della provincia campobassana.

 
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Scorcio del Castello Angioino di Civitacampomarano

CIVITACAMPOMARANO - CASTELLO ANGIOINO

Via Vincenzo Cuoco, 3 - Civitacampomarano

Il Castello di Civitacampomarano, posto al centro dell'abitato, presenta una pianta quadrangolare con torri cilindriche agli angoli. Conserva molti elementi propri della sua origine angioina: beccatelli, feritoie, strette finestre ed un elegante portale trecentesco. L'antico fossato che lo circondava fu riempito nel 1795 su richiesta della popolazione per aprire la strada che ancora oggi collega l'abitato antico con quello recente. L'interno del Castello è caratterizzato da un elegante cortile dal quale, attraverso una scalinata in pietra, si accede direttamente al piano nobile con il suo succedersi di ampi locali di recente restaurati, tra cui un'antica cucina e sale di rappresentanza. Si conservano inoltre spazi dedicati alle diverse funzioni del castello e dei suoi abitanti: corpi di guardia, servitù, scuderie, magazzini e granaio, oltre alla cisterna ed al relativo sistema di raccolta delle acque piovane. Lo stemma murato sulla facciata appartiene alla famiglia Sangro, proprietaria del feudo nel XV secolo.

 
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Riccia Piano della Corte

RICCIA - PIANO DELLA CORTE

Il Piano della Corte di Riccia, cuore del centro storico ed urbanistico della cittadina, è un elegante esempio di piazza rinascimentale racchiusa nel perimetro definito dalla facciata di tre elementi principali: il Castello, la Chiesa del Beato Stefano e l'antico Magazeno. La Torre è ciò che resta dell'antica dimora appartenuta alla famiglia de Capua, nelle cui stanze visse la bella Costanza di Chiaromonte, sposa ripudiata da Re Ladislao di Durazzo e poi moglie di Andrea di Capua. Il mastio ha una pianta cilindrica, coronata da beccatelli in pietra, al cui interno si sovrappongono tre spazi collegati da una moderna scala a chiocciola, con una finestra quadrangolare. Sotto la torre è conservato un serbatoio d'acqua scavato nella roccia ed i resti delle carceri. La Chiesa del Beato Stefano, nell'aspetto odierno, è frutto della trasformazione di un antico edificio sacro in una elegante cappella di famiglia realizzata da Bartolomeo III di Capua nel 1515. Al suo interno sono presenti i sepolcri di alcuni esponenti della famiglia di Capua, compresi Andrea, sua moglie Costanza e lo stesso Bartolomeo. Nel punto più alto della piazza si trova il Magazeno, l'antico granaio della corte, in cui oggi è ospitato il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, uno dei migliori esempi di museo etnografico della Regione, con i suoi circa mille oggetti di uso comune che raccontano la storia quotidiana degli ultimi due secoli di vita riccese.

 
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Testi di Nella Rescigno
Foto pubblicate su TRACCE - Percorsi alla scoperta della Provincia di Campobasso - 
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