Il presidente della Provincia di Campobasso Nicola D'Ascanio ha incontrato questa mattina gli organi di informazione per tracciare un bilancio di fine mandato dell'attività amministrativa a cinque anni dal suo insediamento a Palazzo Magno.
Dopo aver ringraziato in maniera sentita gli operatori dell'informazione locale che nel quinquennio che sta per concludersi hanno seguito sempre con attenzione e professionalità tutte le vicende attinenti la Provincia di Campobasso, il presidente ha nuovamente ricordato Vittorio Arrigoni, il volontario di 36 anni barbaramente ucciso la scorsa settimana a Gaza.
"Un giovane morto in Palestina per difendere il diritto alla pace di quel popolo, una triste vicenda che ci ha colpito molto anche perché Vittorio Arrigoni ha interagito con questo Ente in occasione del progetto 'Viva Palestina' che abbiamo condiviso nell'ottobre dello scorso anno. Una terra, la Palestina, che ha bisogno di pace e di aiuti e anche per consentire una maggiore conoscenza con queste vicenda che abbiamo voluto che i cinque vincitori del Premio Buldrini si recassero a Gerusalemme. Le stesse ragioni che ci hanno spinto a consentire ai ragazzi molisani di potersi avvicinare alle realtà di territori martoriati dalla guerra con le visite a Sarajevo, Mostar e Auschwitz. Oggi - ha ricordato D'Ascanio - si terranno i funerali di Stato per questo giovane che ha creduto fino alla morte in una pacificazione possibile".
Il presidente si è soffermato poi sugli esiti concreti del suo quinquennio di governo, ringraziando sentitamente tutti i dipendenti della Provincia che "hanno saputo assicurare non solo la normale attività amministrativa ma anche risultati eccellenti nei momenti di maggiore pressione. Professionalità e collaborazione sono diventati una macchina perfetta rispetto ad altre Amministrazioni dove si registrano criticità. Una bella famiglia davvero".
Dal maggio 2006 ad oggi la Provincia di Campobasso ha impiegato 44,5 milioni di euro per l'edilizia scolastica e civile. Nello stesso periodo sono stati investiti altri 70 milioni di euro per la viabilità e la sicurezza stradale.
"Rispetto alla media degli ultimi dieci anni, gli investimenti sono stati quintuplicati - ha ricordato D'Ascanio - producendo così ricchezza per il territorio attraverso il lavoro delle imprese e la crescita del patrimonio della Provincia. Alcuni Enti hanno dovuto smantellare gli Uffici Tecnici non avendo progetti da commissionare e finanziare. La Provincia di Campobasso ha prodotto di più, marcando la presenza di un Ente che ritiene fondamentale, per lo sviluppo del territorio, l'investimento di risorse per migliorare la qualità della vita della sua comunità. Abbiamo sempre rispettato il Patto di Stabilità e gli equilibri di bilancio offrendo massima trasparenza e legalità e con una programmazione seria e coerente secondo parametri affermati e consacrati che appartengono al riformismo europeo. Non slogan vuoti e insensati ma solo fatti concreti. Questo ha saputo fare la Provincia di Campobasso mentre nel 2008 veniva fatta oggetto di una mozione di sfiducia da parte della sua stessa maggioranza e mentre nel 2010 venivano dimenticati in fretta accordi sottoscritti proprio relativamente alla impellente ricostruzione unitaria del centrosinistra".
Nel corso della conferenza stampa di questa mattina, alla presenza anche di numerosi esponenti della maggioranza di Governo, di alcuni assessori del suo Esecutivo, di moltissimi dipendenti dell'Ente e di tanti cittadini, il presidente Nicola D'Ascanio ha svolto un articolato ragionamento sulle scelte dello schieramento di centrosinistra in vista delle prossime tornate elettorali di maggio e di novembre.
Una condanna senza possibilità di appello per la condotta, per i metodi e per le scelte operate.
"Il centrosinistra aveva il dovere democratico di esaminare, giudicare, promuovere o bocciare il metodo di governo e la concretezza che da questa amministrazione sono stati realizzati. Poteva derogare dalle persone ma non poteva esimersi da una valutazione di metodo dell'amministrazione uscente. Un silenzio ipocrita. Un silenzio che avrà il nome della sconfitta sicura per insipienza. Sarà un anno interessante anche per la scadenza elettorale di novembre e noi ci prepariamo ad una lunga, articolata, serena e coraggiosa campagna elettorale per sfatare la leggenda metropolitana secondo la quale chi perde a maggio perde pure a novembre. Il centrosinistra, fatto di partiti che al posto dei dirigenti annoverano clan organizzati, ha messo in campo strategie tese a cancellare la storia passata e a contaminare quella futura. Per questo avevamo insistito sul ricorso alle Primarie, l'unico strumento in grado di far prevalere non la forza di un candidato ma quella spinta dal basso che avrebbe consentito di superare le oligarchie per rimettere in campo un progetto serio e coerente, fatto di cose concrete e non di slogan.
Il centrosinistra ha voluto modificare geneticamente la sua appartenenza culturale e il risultato è evidente, a due giorni dalla presentazione delle liste: lo sforzo verso i moderati si è tradotto in una vecchia e insignificante riproposizione di una corrente di destra della vecchia Dc che è stato sì un grande partito ma che al suo interno aveva anche correnti di sinistra.
Non solo ma altro risultato scoraggiante è che il Molise è stata l'unica regione d'Italia dove persino il terzo polo è tornato tra le braccia del Pdl.
E' l'esatta dimostrazione di come alle ansie di moderatismo corrisponda l'intenzione del trasformismo.
Ciò che sta accadendo va impedito democraticamente perché non solo cambia il corso della storia, brigando contro i cittadini, ma ruba anche le storie individuali con le manipolazioni operate dai furbetti di quartiere.
Che cosa possono raccontare di più e di diverso taluni dirigenti del Pd e dell'Idv che a turnazione hanno espresso egemonia nel centrosinistra con consensi che hanno superato anche il 30% e che hanno fallito puntualmente sia come forza di aggregazione dell'intera coalizione sia nel ruolo di governo degli enti locali, oggi che sono in previsione di ricevere percentuali di consenso più risibili e continuano in una feroce guerra di contrapposizione che hanno tentato di scaricare sulla mia responsabilità?
La soluzione oggi non sta in questi partiti, in questi gruppi dirigenti. La risposta ai problemi dei cittadini, ai loro bisogni e alle loro solitudini sta tra i cittadini e sul territorio.
Questi gruppi dirigenti hanno creato un campo di battaglia permanente, fatto di reciproci conflitti e di guerre fratricide mentre avevano forza e dovere di evitare il gioco al massacro che li vede protagonisti come i galli che si beccano in un pollaio ridotto ai minimi termini.
Oggi nessuno può più dire che l'unità del centrosinistra non era possibile perché c'era D'Ascanio: una comoda e falsa affermazione per giustificare la mia non riproposizione e quella dell'intera Amministrazione uscente.
Falsità e raggiri come tante altre volte ma sono stati beccati con le mani nella marmellata perché le divisioni di ieri sono le stesse di oggi se non addirittura più accentuate, perchè alle spaccature tra le forze politiche si sono aggiunte le divisioni interne ad ogni singola forza ed una più verticale lontananza con i cittadini.
Questo è il centrosinistra che si misura con questa scadenza elettorale di cui sono responsabili i suoi 'legali rappresentanti'.
Per uscire dai brandelli del centrosinistra non c'è bisogno di nuova architettura ma di cambiare i riferimenti a cominciare da quello da individuare nei cittadini, fra i cittadini e sul territorio attraverso nuovi programmi, azioni innovative e il coinvolgimento delle comunità per un grande partito che non sia una scatola vuota ma che si regga sui principi della Costituzione. Una bussola, uno strumento per cominciare a camminare e per riappropriarci del nostro presente e del nostro futuro.
Per questo occorre puntare ancora sulle Primarie e se queste non dovessero tenersi nemmeno per la scelta del candidato governatore allora andremo avanti assieme ai cittadini, non solo elettori, per realizzare un cambiamento e non l'omologazione al governo Iorio.
Un nuovo progetto che guardi alle emergenze, ai bisogni, alle solitudini di questo territorio maltrattato da manomissioni ambientali e dal insediamenti insostenibili. La domanda di cambiamento coincide con il momento di maggiore debolezza e irresponsabilità del centrosinistra che forse crede che i molisani resteranno a dormire fino a novembre. Noi vogliamo declinare ancora l'utopia in termini post ideologici, vogliamo conservarla per muovere le coscienze e creare le vere condizioni per il cambiamento".
A sostegno di questa visione politica il presidente D'Ascanio ha consegnato ai giornalisti presenti una "lettera aperta ai molisani democratici", una sorta di manifesto politico che "sarà il filo conduttore per riaggregare l'idea di cambiamento in vista delle riforme.