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Più fondi alla cultura, Occhionero: la battaglia è servita

L'assessore commenta la decisione del Consiglio dei ministri

 

Campobasso |24-03-2011


 
assessore Nicola Occhionero
L'assessore Nicola Occhionero

Il Consiglio di Ministri, nella seduta di mercoledì, ha varato un decreto per il reintegro dei fondi destinati alla Cultura. E' stato abolito, secondo quanto annunciato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, l'aumento di un euro disposto sui biglietti del cinema. In compenso, il tax credit per lo spettacolo è stato finanziato con parte di un aumento delle accise della benzina. Lo stesso sottosegretario Gianni Letta ha precisato che il Fondo Unico per lo Spettacolo ritorna al livello dello scorso anno con una cifra superiore ai 438 milioni. Sono stati stanziati 149 milioni di reintegro per lo spettacolo, 80 milioni per la conservazione dei beni culturali, 7 milioni per gli istituti culturali.

"La battaglia per la cultura segna un punto a favore - Commenta l'assessore provinciale alla cultura Nicola Occhionero - vuol dire, quindi, che è servita a fermare la mannaia che si sarebbe abbattuta sul settore e su chi ne è parte. Ma questo primo punto a favore non significa abbassare la guardia. Il CdM - prosegue Occhionero - ha evidentemente tenuto conto dell'onda di protesta che si era alzata fin da subito e credo che anche la fuoriuscita di Bondi dall'Esecutivo assuma un significato importante nel contesto della battaglia che in tantissimi abbiamo portato avanti. Un cambio di passo che ci fa ben sperare soprattutto se contestualizzato nell'attuale momento storico che evidenzia la sofferenza dell'intero settore che soffre di una crisi senza precedenti. Le ripercussioni coinvolgeranno l'intero Paese, le comunità locali, i cittadini, il mondo del lavoro, l'intero sistema produttivo. Non dobbiamo rinunciare ad uno dei comparti economici chiave per restituire all'Italia la competitività che aveva e che merita nello scenario internazionale".

 

"La sensibilizzazione - conclude Occhionero - e la mobilitazione che dovrebbero coinvolgere nei prossimi 26, 27 e 28 marzo tutti gli operatori di cultura attraverso una campagna nazionale di comunicazione che ha l'obiettivo di sensibilizzare i cittadini, l'opinione pubblica e i rappresentanti politici e istituzionali sullo stato di crisi della cultura italiana non possono non prendere le mosse dalla necessità di affermare, ancora una volta con forza, la centralità della cultura nelle politiche economiche e sociali nazionali come strumento reale e documentato di crescita civile ed economica.


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