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L'Italia che legge: Giovanni Solimine sfata il luogo comune

 Lettura, conoscenza e libertà: prosegue il ciclo di incontri alla Biblioteca provinciale Albino. Prossimo appuntamento giovedì 10 marzo con Giovanni Solimine e "L'Italia che legge"
Un'atavica allergia alla lettura? Oppure un maledetto luogo comune?
Giovanni Solimine, con la sua recente fatica letteraria che sarà presentata giovedì pomeriggio alle 17.30 alla Biblioteca Albino (venerdì 11 marzo alle 10 l'incontro riservato agli studenti delle scuole medie superiori) analizza i freddi numeri delle statistiche ma apre una importante finestra sul mondo di chi legge, sui gusti e sugli stili di vita, traccia un profilo serio del lettore italiano e delinea qualche strategia per voltare finalmente pagina. 

 Un agile saggio edito da Laterza quello scritto da Giovanni Solimine e in libreria dallo scorso 21 ottobre. Un tema molto discusso - quello della passione per la lettura - e il conforto dei dati statistici come le indagini dell'Istat, del Censis, del Gfk Eurisko, dell'Ipsos, dell'Osservatorio europeo sulla lettura, dell'Eurostat. E così Solimine sfata la leggenda metropolitana che vuole gli italiani allergici alla lettura.
I primi dati che Solimine analizza sono quelli della produzione libraria in Italia: il fenomeno è paragonabile ad un colosso dai piedi d'argilla. L'elevato numero di libri pubblicati e l'alto fatturato collocano l'Italia all'ottavo posto nel mondo e al quinto in Europa dell'industria editoriale. Un colosso, appunto. Ma l'equilibrio di questo mercato appare instabile perché producono solo pochi editori, sostanzialmente allocati nelle regioni settentrionali, e leggono solo pochi lettori. Quattro milioni che da soli assorbono la metà delle vendite. Un colosso dai piedi d'argilla, quindi.
Ma chi è il lettore tipo? Giovanni Solimine ne analizza il profilo - non tralasciando anche di "studiare" l'identikit del non-lettore - i gusti e gli stili di vita.
Il dato statistico è impietoso: solo il 45% degli italiani (25 milioni di persone rispetto invece al 70% della popolazione dei paesi dell'Europa settentrionale e centrale) può essere considerato dall'Istat un lettore perché si accosta ad un libro almeno una volta l'anno. Ma sono oltre i 20 milioni gli italiani che non leggono affatto né libri e né giornali.
I lettori forti sono soprattutto donne, hanno un buon livello di reddito e uno status sociale elevato, vivono in prevalenza al Nord e al Centro, nelle grandi città, hanno meno di 34 anni oppure più di 65, leggono per passione ma anche per migliorare il livello culturale e professionale, acquistano il doppio dei libri rispetto al totale e frequentano più assiduamente il cinema rispetto alla media degli italiani. 
Ma quello editoriale è praticamente un mercato stagnante: negli ultimi 15 anni la percentuale dei lettori è praticamente ferma  tra il 40 e il 45% nonostante sia aumentato il tasso di scolarizzazione. E soprattutto, come esito ulteriore della crisi economica che attanaglia ancora l'Italia, si assiste ad una radicalizzazione degli estremi che vede aumentare le differenze per genere, aree geografiche e così via.
Secondo l'autore de "L'Italia che legge" per diventare lettori occorre incontrare libri sul proprio cammino. E così entrano prepotentemente in campo le biblioteche, la loro funzione, la distribuzione territoriale: dati questi che aiutano a comprendere come siano diseguali le possibilità che hanno gli italiani  di poter entrare in contatto con i libri.
Un'altra parte fondamentale del saggio di Giovanni Solimine è rappresentata dal confronto tra i dati relativi ai "consumi culturali". Ed è in questo ambito che sono rintracciabili alcuni dati confortanti. Il libro resta in vetta ai consumi culturali e regge bene il confronto con altri mezzi di intrattenimento come la musica, il cinema, le mostre, i teatri.
Giovanni Solimine sfata anche i luoghi comuni sorti intorno alla lettura e all'utilizzo dei media e dei mezzi informatici, scopre la verità rispetto al dilemma se lettori si nasca e o si diventi, analizza le differenze statistiche nei vari periodi storici e affronta la sfida della modernità rappresentata dall'e-book, "salva" le biblioteche da chi crede che danneggino il mercato del libro, critica le politiche pubbliche di promozione del libro e della lettura e immagina le strategie per modificare la situazione stagnante in cui il mercato pare essersi fermato. 
 

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