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25 novembre: giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Pubblicazione del 25 novembre 2014

 
Logo del 25 novembre: giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Eccoci di nuovo qua, come ogni anno,a parlare della violenza contro le donne. Ci siamo chiesti, come Centro di informazione Europe Direct, come celebrare questa giornata in maniera originale e lo facciamo con dei versi scritti da una donna... chi più di una donna ... buona lettura ...

 


Lei rimane immobile, DOPO.

È un attimo eterno; che sembra durare una vita.
Se la guardassi DAVVERO vedresti le lacrime che scivolano sulle guance.
Silenziose. Atone.
Il suo sguardo è fermo.
LEI SA.
Sa che se si muovesse, ADESSO, la bestia della paura affonderebbe i denti nellasua carne.
SA.
È ABITUATA.
Ormai sa come muoversi.
Deve SOLO attendere un attimo e rivestirsi di se stessa.
ODI QUELLO CHE RESTA.
Poi si trasforma.
Con un singhiozzo, UNO SOLO, la vita torna a scorrere.
E lei si affretta a chiedere scusa.
Perché una donna MALTRATTATA è SOLA e CHIEDE SEMPRE SCUSA e vive il suo ORRORE comeuna COLPA MERITATA.
NESSUNA DONNA MERITA VIOLENZA
e
NESSUNA DONNA DEVE ESSERE LASCIATA SOLA A CREDERE DI MERITARLO.

Nazaria Di Biase


Immagine di donna

Il contesto
Violenza controle donne. Dovremmo aver già compiuto qualche passo nella direzione giusta, se non altro perché il nostro Paese ha ratificato nel 2013 la convenzione delConsiglio d'Europa siglata ad Istanbul l'11 maggio 2011. Questo vuol dire che ha fatto proprio un insieme di principi e di norme volte a creare le condizioni per combattere, con azioni di prevenzione e controllo, i fenomeni di violenzaquotidiana che conducono ai cosiddetti "femminicidi" ad una media (calcolata per difetto) di un caso ogni tre giorni. La convenzione è il"primo strumento internazionale giuridicamente vincolante per proteggere le donne dalla violenza,un'insieme di principi e norme a cui deve necessariamente seguire un piano di azione e quindi anche la definizione di servizi per rafforzare l'efficacia della prevenzione e del controllo. "
 
Ma i dati non i danno ragione, anzi siamo ancora lontani dalla Convenzione di Istanbul. Gli ultimi dati della ricerca europea"Violence against women: an EU-wide survey" (2014), ci dicono che in Italia, il 19% delle donne ha subitonel corso della vita violenze fisiche o sessuali da un partner o da un ex-partner, e il 38% ha subito da lui abusi psicologici gravi; il 9% inoltre hasubito comportamenti di persecuzione (stalking), quasi sempre da un ex partner.
 La prima conseguenza è che queste violenze comportano delle conseguenze negative sulla salute: le donne vittime presentano più spesso qualsiasiproblema di salute fisica o psicologica, tanto che l'Organizzazione Mondialedella Sanità (OMS) considera la violenza contro le donne come un "problema disalute enorme" e stima che sia "una causa di morte o di invalidità per le donne in età riproduttiva altrettanto grave del cancro".



 
Logo europe direct


Quali i possibili interventi???
Nel nostro paese deve essere istituito un serio monitoraggio dell' applicazione delle norme della Convenzione. Il monitoraggio delle politiche, a tutti i livelli, è fondamentale per contrastare veramente la violenza sulle donne. Senza conoscenza e monitoraggio è impossibile comprendere pienamente di cosa si parla quando si affrontano sia le violenze che le discriminazioni, che delle prime rappresentano Inoltre occorrecostruire un solido rapporto tra chi sta nei movimenti e le istituzioni, perché senza sostegno, confronto, senza un raccordo, è impossibile governare il cambiamento sociale. Inoltre attuare laConvenzione di Istanbul vuol dire anche affrontare i due pilastri della prevenzione: la scuola e i mass media. Questo non vuole dire solo un'ora formativa sul tema dell'educazione alla differenza di genere nei programmi scolastici, ma la realizzazione di un cambiamento reale e generale di programmi in grado di modificare la cultura dei generi e della relazione tra uomo e donna. Questione necessaria e utile percondurre le nuove generazioni più lontane dalle ragioni che portano alla violenza contro le donne.
Non possono poi mancare la prevenzione secondaria e quella terziaria. Infatti se la prevenzione primaria della violenza comporta un cambiamento culturale che riguarda ognuno di noi e tutte leistituzioni sociali e formative, la prevenzione secondaria e terziaria riguarda soprattutto i servizi socio-sanitari, le forze dell'ordine e i tribunali.

 
 
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