I timori l'Ue sui colloqui
Trump-Putin: "Non possiamo essere tagliati fuori.
La pace funziona solo con noi'. Lo
spettro di una nuova Yalta
I timori l
'Ue sui colloqui Trump-Putin: "Non possiamo essere tagliati fuori" -
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BRUXELLES - Uno spettro si aggira per l'Europa: una nuova Yalta,
l'accordo tra potenze che ridefinisce le sfere d'influenza. Con diverse
aggravanti. In questi giorni di 80 anni fa - la conferenza si tenne dal 4
all'11 febbraio del 1945 - a soggiornare nell'ex palazzo zarista di Livadija
c'era almeno un leader europeo: Winston Churchill. L'asse Putin-Trump invece
rischia escludere completamente il Vecchio Mondo. Che infatti borbotta.
"Non possiamo essere tagliati fuori - dice all'ANSA un alto funzionario Ue
- perché qualsiasi accordo si sostiene solo con l'Europa". La magagna è
duplice, sta sia nel metodo che nel merito. "Gli ucraini avevano chiesto
agli americani di non contattare il presidente russo finché non avessero avuto
la possibilità di parlare tra loro: Volodymyr Zelensky si
aspettava di discutere con Trump la settimana prossima e solo dopo Trump
avrebbe chiamato Putin", spiega l'ex ministro degli Esteri lituano
Gabrielius Landsbergis. "Tutto ciò dunque è pienamente, come si vuol dire,
'parlare dell'Ucraina senza l'Ucraina' e non è un buon precedente",
aggiunge. Poi naturalmente c'è l'intesa in sé, l'offerta che Kiev - e per
esteso l'Europa - potrebbe vedersi recapitare, prendere o lasciare. Zelensky
più volte ha messo in chiaro quale sia la condizione minima per fare la pace:
garanzie di sicurezza (vere, non sulla carta) per evitare che Mosca ci provi
un'altra volta."Se si tratta solo di un cessate il fuoco allora è Minsk
3 e l'Ucraina ci è già passata", aggiunge Landsbergis. "Kiev
allora potrebbe dire: 'ok, forse allora continuiamo a combattere con i droni
che abbiamo e vediamo che succede'", sostiene. E a quel punto l'Europa si
troverebbe davvero davanti ad un bivio. A Bruxelles scacciano lo scenario come
un brutto sogno. "Anche l'Europa e gli Stati Uniti stanno parlando e
questa settimana avranno ampie opportunità di confronto, incluso alla
conferenza di Monaco", evidenzia il funzionario Ue. Come dire: i giochi non
sono chiusi, siamo ancora in partita. Continuando con le analogie, però, nel
resort sul Mar Nero 80 anni fa per gli Usa c'era il democratico Franklin Delano
Roosevelt, l'ideatore del multilateralismo (a trazione americana, certo).
L'esatto contrario di quel che sembra avere in mente Trump, con la sua passione
per il leaderismo spinto e gli accordi da prima pagina. Radosław
Sikorski (ministro degli Esteri della Polonia, dunque un atlantista di
ferro) non ha dubbi: "Nel XXI secolo una nuova Yalta è
inaccettabile". "Spero che l'aggressore non venga ricompensato, non
solo per il bene dell'Ucraina, ma anche per il bene dell'Europa e della Russia:
Putin deve fallire affinché la Russia si liberi della sua mentalità
imperiale", avverte. Nel mentre, dopo anni di preparativi, i Paesi Baltici
hanno tagliato (letteralmente) i cavi che legavano Lituania, Lettonia ed
Estonia alla rete energetica russa per entrare pienamente a fare parte del
sistema Ue. "Sono caduti gli ultimi legami, siete finalmente liberi da
minacce e ricatti, è un giorno storico", ha dichiarato la presidente della
Commissione europea Ursula von der Leyen nel corso della
cerimonia a Vilnius. "L'energia russa sembrava economica ma aveva un
costo, quello della dipendenza", ha poi ammonito. L'Ue avanza, ma verso
dove e come resta da vedere.
Fonte: https://www.eunews.it/