Plastica,
Bcg: L’Ue ha fatto progressi nel riciclo, ma faccia attenzione all’import da
Paesi terzi.
Secondo la
società di consulenza strategica, i risultati ottenuti sono promettenti e si
prevede che, entro il 2030, la domanda europea coperta dalle plastiche
circolari sia del 25% e del 65% nel 2050. Ma c'è il rischio di una
destabilizzazione del mercato senza adeguati controlli al crescente tasso di
importazioni di plastica riciclata a basso costo da Paesi extra-Ue che non
adottano politiche di circolarità, usano materiali che non rispettano gli
standard europei e beneficiano di un costo del lavoro inferiore. Bruxelles – Non bastano i
progressi registrati nel trattamento dei rifiuti plastici: l’Unione europea deve fare più
attenzione alle importazioni di plastica riciclata a basso costo proveniente da
Paesi terzi perché c’è il rischio di destabilizzazione del mercato
e, soprattutto, di far soffrire un settore chiave nella transizione verso
un’economia circolare e la neutralità climatica. È quanto emerge dall’ultima
analisi di Boston
Consulting Group (BCG) – società di
consulenza strategica, con più di 90 uffici in 50 Paesi e 22 mila
professionisti – che sottolinea come
l’Europa abbia già ottenuto risultati promettenti. Non solo “le
plastiche circolari costituiscono ad oggi il 13,5% del contenuto di nuovi
prodotti e componenti, in aumento del 37% negli ultimi 4 anni”. Ma si prevede pure che, “entro
il 2030, la domanda europea coperta dalle plastiche circolari sarà del 25%, con
un aumento al 65% per il 2050. Un dato che incide profondamente sulle
emissioni di gas serra all’interno del sistema delle plastiche, comportandone
una riduzione del 28% entro il 2030 e assecondando così l’obiettivo di
raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050”, ha precisato il BCG. Anche
sul piano normativo le notizie sembrano rosee: “La Direttiva europea sulla
plastica monouso spinge a raggiungere almeno il 25% di
contenuto riciclato nelle bottiglie in plastica (Pet) entro il 2025 e il 30%
entro il 2030”.
Eppure, secondo BCG, non basta e l’Ue è chiamata a politiche “decisive e audaci“. Come ha
sottolineato Giulia Scerrato, Project Leader Energy Practice BCG,
al pari di molte altre industrie, “anche
quella del riciclo non è immune alle incertezze economiche circostanti e alla
crisi inflazionistica in atto. La recente crescita delle importazioni di
plastica riciclata a basso costo da Paesi extra-Ue ha destabilizzato il mercato
europeo, riducendo i prezzi del materiale riciclato e minacciando i target di
riciclo stabiliti”, ha spiegato. “Per promuovere la circolarità dei
rifiuti plastici e lo sviluppo di questa industria, è necessario adottare
misure politiche decisive e audaci così da sostenere un settore chiave nella
transizione verso un’economia circolare e il raggiungimento della neutralità in
fatto di emissioni di carbonio”, ha evidenziato ancora.
Il problema, in base all’analisi di
BCG, emerge dal fatto che l’incenerimento rappresenta ancora il 50% del
trattamento dei rifiuti plastici post-consumo, in crescita del 15% negli ultimi
quattro anni, seguito dal riciclaggio (27%) e dallo smaltimento in discarica
(24%). Mentre il 50% della plastica raccolta per il riciclaggio viene esportata
fuori dall’Ue, facendo perdere, così, l’opportunità di trasformare i rifiuti in
nuove risorse all’interno dell’economia dell’Unione. “Il
mercato europeo della plastica riciclata ha subito una significativa
destabilizzazione nel 2023, con una riduzione di oltre il 50% dei prezzi del
materiale riciclato. Ciò è dovuto principalmente al crescente tasso di
importazioni di plastica riciclata a basso costo da Paesi extra-Ue, che non
adottano politiche di circolarità, usano materiali che non rispettano gli
standard europei e beneficiano di un costo del lavoro inferiore”, ha
illustrato BCG riportando i dati di Eurostat secondo i quali, nel 2022, il
valore di queste importazioni (il 40% delle quali proviene da Cina, Turchia,
India, Indonesia, Egitto e Vietnam) ha raggiunto i 39,4 miliardi di euro, con
una crescita del 40% negli ultimi tre anni.
Inoltre, in base al rapporto 2023 di
Plastics Europe, la quota europea di
produzione globale di plastica è scesa dal 22% nel 2006 al 14% nel 2022, mentre
Cina, Nord America e Medio Oriente e Africa rappresentano rispettivamente il
32%, il 17% e il 9%. “Senza adeguati controlli, dunque, l’aumento di
importazioni di plastica riciclata dai Paesi extra-Ue potrebbe destabilizzare
il mercato”, ha aggiunto BCG. Dunque, “è
fondamentale” che l’Europa
prosegua il suo impegno “aumentando il contenuto riciclato,
incentivando una collaborazione attiva, politiche innovative e adottando misure
strategiche per sostenere e accelerare questo progresso, come l’adozione di
obiettivi vincolanti per il contenuto di materiali riciclati anche per le
importazioni e l’attuazione di meccanismi di verifica e tracciabilità dei
polimeri riciclati. Così come sono altrettanto fondamentali gli incentivi di
mercato e fiscali, inclusi sussidi ai produttori e aliquote Iva ridotte per i
prodotti riciclati, sono altrettanto fondamentali”, ha specificato BCG.
Fonte
: https://www.eunews.it/