European
Climate Risk Assessment: Europa nei guai?
L’EUCRA
certifica come l’UE non sia pronta ad affrontare le conseguenze del cambiamento
climatico, nonostante punti a diventare uno dei principali attori green a
livello internazionale. Questa ambizione si è però recentemente scontrata con
le richieste degli agricoltori europei. Il 14 marzo 2024 l’Agenzia Europea
dell’Ambiente (AEA) ha pubblicato il rapporto EUCRA (European
Climate Risk Assesment), un documento che analizza i principali rischi
climatici europei considerando le dimensioni economiche, ecologiche,
alimentari, infrastrutturali e sanitarie. I criteri utilizzati nell’analisi
sono la severità
del rischio, l’orizzonte delle politiche valutata in termini di tempi di
esecuzione e di orizzonte decisionale, la loro prontezza e la gestione dei
rischi. Il rapporto, il primo di questo tipo, afferma
chiaramente come l’Europa sia
impreparata ad affrontare la rapida evoluzione dei rischi
climatici, poiché le sue politiche e gli interventi di adattamento
incrementale non stanno al passo di un processo così veloce. Inoltre, sebbene
il Vecchio Continente sia l’area del mondo che vedrà le temperature aumentare
maggiormente, l’Europa
meridionale è più esposta a questo problema. La
“tropicalizzazione” dell’area europea mediterranea espone i suoi abitanti a
ondate di calore e siccità, provocando incendi boschivi e innescando potenziali
epidemie di malattie tropicali come la dengue. La Commissione guidata da Ursula
von der Leyen sarà ricordata principalmente per aver affrontato sfide senza
precedenti, tra cui quella climatica. Il Green Deal e il
pacchetto di riforme “Fit for 55”, presentati tra il 2019 e il 2020,
hanno posto l’UE in prima linea attraverso un approccio globale per rendere
l’Europa il primo
continente a raggiungere la neutralità carbonica. Le ultime
iniziative intraprese, risalenti al 12 aprile 2024, riguardano l’adozione da
parte del Consiglio europeo di direttive atte a migliorare
l’uso efficiente dell’energia e combattere la povertà energetica,
e regolamentazioni riguardanti la
decarbonizzazione delle emissioni industriali. Maggior risonanza ha
avuto la Nature Restoration Law, la nuova legge proposta dalla
Commissione e adottata dal Parlamento il 27 febbraio 2024 che promuove il recupero
degli ecosistemi danneggiati e contribuisce al raggiungimento degli obiettivi
di mitigazione e adattamento climatico dell’UE. Ciononostante,
l’EUCRA ammonisce la classe politica a ragionare
in termini di decenni, andando oltre ai singoli cicli elettorali.
L’ondata delle proteste degli agricoltori in Europa, i quali
temono la concorrenza agro-alimentare extraeuropea, hanno spinto
tuttavia la Commissione a ridimensionare o
cancellare le misure ambientali più ambiziose. La scelta va vista
nell’ottica delle elezioni europee, per cercare di recuperare il
consenso nelle aree rurali. Essendo un grande bacino elettorale,
biasimare gli agricoltori per le loro sensibilità risulta fuorviante, in
quanto, come affermato dal vicepresidente della Commissione Europea, Maroš
Šefčovič, svia l’azione
politica e favorisce la polarizzazione. Le elezioni europee saranno un
banco di prova cruciale per le grandi ambizioni green dell’UE, le quali sono
strettamente legate all’aspirazione a una
più ampia leadership globale. La sfida dell’UE, quindi,
non si limita a raggiungere gli obiettivi posti, ma si estende a essere
responsabile delle proprie azioni davanti all’opinione pubblica senza cedere
alla tentazione di inseguire passivamente il consenso.
Fonte : https://ilcaffegeopolitico.net/