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La protesta dei trattori e la crisi di un modello agricolo

La protesta dei
trattori e la crisi di un modello agricolo.
Da alcune settimane
gli agricoltori di diversi paesi europei manifestano per chiedere ai governi
nazionali e all’Unione Europea maggiore attenzione verso i loro problemi.
Alcune forze politiche e commentatori italiani, individuano ngli obiettivi e
negli impegni previsti dalle strategie del Green Deal Europeo la
causa principale delle difficoltà degli agricoltori. Nel settimanale
Internazionale del 9-15 febbraio 2024 è riportata questa notizia: “Il 6
febbraio la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato il ritiro di un
progetto di legge, già bocciato dal parlamento europeo, che puntava a ridurre
l’uso dei pesticidi in agricoltura. La decisione arriva dopo settimane di
protesta degli agricoltori in Germania, Francia, Belgio,
Grecia, Italia e Spagna
. Il testo era stato proposto da Bruxelles
nel 2022 e fissava obiettivi vincolati per dimezzare entro il 2030, rispetto al
periodo 2015.2017, l’uso dei pesticidi chimici nell’Unione Europea. ‘Cercheremo
di mettere a punto una nuova proposta con la partecipazione delle parti in
causa’, ha aggiunto la presidente. Come sottolinea Politico, sono state anche
eliminate le raccomandazioni ai cittadini, come quelle di mangiare meno carne e
gli incentivi a rinunciare ai combustibili fossili". Il disagio degli
agricoltori che manifestano, non dovrebbe essere strumentalizzato in chiave
anti ecologica cancellando le norme per la tutela ambientale. Il Green Deal è
il bersaglio sbagliato, la posta in gioco è gigantesca! Se non si difende
l’ambiente i guasti apportati saranno incalcolabili. Il rispetto della terra è
la base per una agricoltura sana, morale e durevole. Solamente un’agricoltura
produttiva e non inquinante che impieghi tecniche agricole basate su principi
ecologici sarà in grado di rispondere ai principali problemi dei nostri giorni
come il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare e la sicurezza economica
degli agricoltori. Come scrive il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini in un articolo apparso su “La
Stampa” del 04/02/2024 e riportato dal sito web di SlowFood con il titolo
“L’agricoltura è davvero il settore primario?” “[…] Gli agricoltori devono
essere rimessi al centro della filiera agroalimentare. […] I contadini oggi
sono messi sotto pressione da gruppi finanziari che speculano sui prezzi dei
beni alimentari come se fossero degli strumenti finanziari, dai giganti
dell’agroindustria che controllano gran parte della produzione alimentare
(dalle sementi, ai pesticidi e fertilizzanti) e dalla grande distribuzione
organizzata che in Italia rappresenta il canale di vendita di quasi il 75% di
tutto il cibo e le bevande consumate. […]” I grandi gruppi agroindustriali sono
gli unici a guadagnare da un sistema industriale applicato all’agricoltura che
rincorre le rese e la riduzione dei costi; tutti gli altri, piccoli agricoltori
e allevatori e i consumatori ci perdono. Serve un dibattito politico e
culturale su questi temi di stringente attualità, è necessario dialogare con il
mondo dell’agricoltura e sensibilizzare i consumatori perché riconoscano il
vero valore del cibo prodotto nel rispetto dell’ambiente e pagato il giusto. Nell’articolo
del giornalista Luca Martinelli, dal titolo “I
trattori in strada raccontano la fine di un modello agricolo”, pubblicato il
31/01/2024 sul sito web di Altreconomia, l’autore scrive: “[…] Ecco perché
raccontando la protesta dei trattori avrebbe senso amplificare la voce di
quelle realtà che lottano per una nuova agricoltura, come i francesi di
Confédération Paysanne che chiedono ad esempio ‘l’introduzione di prezzi
garantiti per i nostri prodotti agricoli, la definizione di prezzi minimi
d’ingresso nel territorio nazionale, il sostegno economico alla transizione
agro-ecologica commisurato alle problematiche in gioco, la priorità alla
creazione e non all’ampliamento delle aziende agricole, il blocco
dell’artificializzazione dei terreni agricoli’, o Via Campesina, il cui
coordinamento europeo ha diffuso un ‘Manifesto per la transizione agricola per
affrontare la crisi’.. Analizzare le cause della crisi del settore primario in
Europa e sostenere il mondo dell’agricoltura verso  la transizione ecologica potrebbe essere una
delle soluzioni. Carlo Petrini, nell’articolo citato sostiene che: “[…] La PAC
dovrebbe aiutare in primis chi già produce il nostro cibo seguendo pratiche
agroecologiche e supportare tutti gli altri nella transizione verso un modello
che consenta la persistenza dell’attività agricola e il ripristino degli
ecosistemi. C’è urgenza di un sistema alimentare che protegge le sue
fondamenta: la terra e chi la lavora.



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