Lo stupro
come ‘sesso senza consenso’ potrebbe essere l’eredità di von der Leyen. Ma la
‘sua’ Germania frena.
Negoziati a rilento sulla proposta di direttiva sulla violenza contro le
donne. Parigi e Berlino frenano sulla definizione comune del reato di stupro
basato sul consenso e il dossier rischia di slittare alla prossima legislatura.
Possibile un quarto incontro negoziale a fine mese. Dalla direttiva sulle donne nei consigli di amministrazione alla storica adesione dell’Ue alla
Convenzione di Istanbul, passando per la direttiva sulla
trasparenza salariale per la pari retribuzione. La Commissione europea a
guida Ursula von der Leyen – la prima nella storia dell’Ue
guidata da una donna – ha contribuito a sbloccare negli ultimi cinque anni dossier
legislativi importanti per far progredire l’Unione come blocco unitario non
solo sull’uguaglianza, ma anche contro la violenza domestica e di genere. Anche
se molto è ancora da fare. A pochi mesi dalla fine della legislatura, resta un
ultimo tassello da incastrare nel puzzle che rischia verosimilmente di non
vedere mai la luce e slittare direttamente alla prossima. Parliamo della proposta di direttiva sulla lotta
alla violenza di genere avanzata dalla Commissione
europea l’8 marzo 2022 con l’idea di criminalizzare una serie di
reati, tra cui la mutilazione genitale femminile, la violenza online e lo
stupro che viene definito nell’articolo 5 come ‘qualunque costrizione a un atto
sessuale non consensuale’. Armonizzando quindi una definizione comune di reato
di stupro sulla base dell’assenza di consenso. Luglio, novembre e
dicembre. Ad oggi si sono svolti già tre incontri tra i negoziatori di Parlamento
e Consiglio, per arrivare a un accordo sulla proposta della Commissione
europea. A quanto apprende Eunews da fonti parlamentari, il prossimo incontro
negoziale potrebbe tenersi a fine gennaio o inizio febbraio. Ma siamo ancora
lontani da un accordo, in particolare sulla controversa questione dello
stupro. Francia e Germania sono tra i Paesi che
rallentano i negoziati, opponendosi a una definizione europea così specifica di
stupro, lamentando l’assenza di una base giuridica per queste nuove
regole. Gli Stati membri nella loro posizione negoziale adottata a giugno
(e con rammarico anche dell’Italia) hanno rimosso ogni riferimento al principio
del consenso per definire lo stupro a causa proprio dell’opposizione anche di
Berlino e Parigi, insieme ad Austria e Paesi Bassi. Nel suo mandato –
co-firmato dalle eurodeputate Frances Fitzgerald (Irlanda, Ppe) e Evin Incir
(Svezia, S&D), – l’Eurocamera ha invece ampliato la
definizione di atti non consensuali, sottolineando che il consenso può essere
revocato in qualsiasi momento e aggiungendo situazioni in cui una vittima non è
in grado di garantire la propria libertà di decidere a causa di paura,
intimidazione, disabilità e altre circostanze vulnerabili. L’Ue stima che
una donna su tre abbia subito nella propria vita violenze fisiche o sessuali,
per lo più perpetrate da partner intimi, mentre una donna su due ha
subito molestie sessuali. Durante la pandemia di COVID-19, che ha
costretto per mesi e anni la popolazione a restrizioni sulla propria libera
circolazione costringendo a passare più tempo a casa, è stato registrato un
aumento importante della violenza fisica ed emotiva contro le donne. E da
quando internet e social hanno preso il sopravvento nelle nostre vite, anche la
violenza online è diventato una tendenza in aumento. All’urgenza di
trovare un accordo sulla direttiva von der Leyen ha fatto cenno l’ultima volta
a settembre, durante l’annuale Discorso sullo Stato dell’Unione. “Non può
esserci uguaglianza senza libertà dalla violenza”, ha detto, scandendo che un
principio “fondamentale” come il “no, significa no” deve essere trasformato in
legge europea. A livello europeo la maggior parte degli Stati membri Ue,
compresa l’Italia, ha una definizione legale di stupro priva di
alcun riferimento al principio del consenso.
Fonte : https://www.eunews.it/