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Giornata internazionale della tolleranza zero contro le mutilazioni genitali femminili: la Commissione esorta a porre fine a questo crimine che viola i diritti umani.

Giornata internazionale della tolleranza zero contro le
mutilazioni genitali femminili: la Commissione esorta


a porre fine a questo crimine che viola i diritti
umani.


Il 6 febbraio 2023, in occasione della Giornata
internazionale della tolleranza zero contro le mutilazioni genitali femminili,
l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di
sicurezza/Vicepresidente della Commissione, Josep Borrell, la Vicepresidente
per i Valori e la trasparenza, Věra Jourová, la Vicepresidente per la
Demografia e la democrazia, Dubravka Šuica, la Commissaria per l'Uguaglianza,
Helena Dalli, e la Commissaria per i Partenariati internazionali, Jutta
Urpilainen, hanno ribadito il fermo impegno dell'UE a sradicare in tutto il
mondo la pratica delle mutilazioni genitali femminili e hanno rilasciato la
seguente dichiarazione congiunta: "Le mutilazioni genitali femminili sono
una violazione dei diritti umani e una forma di violenza contro le donne, le
ragazze e le bambine. Non comportano benefici per la salute e causano danni
permanenti alle donne, alle ragazze e alle bambine.


Nel mondo sono oltre 200 milioni le persone colpite,
di cui, secondo le stime, 600 000 vivono in Europa. Dobbiamo agire con
determinazione per innescare il cambiamento e sradicare questa pratica se
vogliamo conseguire l'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili
prevista dagli obiettivi di sviluppo sostenibile (obiettivo 5.3) entro il 2030.


Trasformare le norme sociali e di genere collaborando
con uomini e ragazzi è fondamentale per porre fine alle


mutilazioni genitali femminili. Dal 2016 l'UE sostiene
il programma congiunto UNFPA-UNICEF per l'eliminazione


delle mutilazioni genitali femminili con 18,5 milioni
di €, creando 1 758 coalizioni di uomini e ragazzi.


Lo scorso anno la Commissione ha proposto norme a
livello dell'UE per combattere la violenza contro le donne,


che comprenderanno l'obbligo di perseguire penalmente
le mutilazioni genitali femminili in tutta l'UE. Quest'anno


presenteremo anche una raccomandazione su come
prevenire le pratiche dannose nei confronti delle donne,


delle ragazze e delle bambine. Spesso le mutilazioni
genitali femminili non vengono praticate nell'UE, ma per eseguirle bambine e
ragazze sono portate in un paese terzo. A partire da marzo, la polizia e le
guardie di frontiera saranno allertate quando hanno a che fare con una persona
a rischio di violenza di genere, comprese le mutilazioni genitali femminili,
grazie al potenziamento del sistema d'informazione Schengen. Quest'anno
celebriamo il 75o anniversario della Dichiarazione universale dei diritti
umani: è giunto il momento che le donne, le ragazze e le bambine siano libere
dalla violenza una volta per tutte. È nostra responsabilità tutelare il loro
diritto alla sicurezza e all'autonomia fisica. Occorre mettere fine alle
mutilazioni genitali femminili."


Contesto Le mutilazioni genitali femminili, quali
definite dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), comprendono tutte  le pratiche che comportano la rimozione
parziale o totale degli organi genitali esterni femminili o altre pratiche
lesive di tali organi non dovute a motivi medici. Le stime ci dicono che in ben
17 paesi europei 190 000 bambine e ragazze rischiano di subire mutilazioni
genitali e che, nel nostro continente, 600 000 donne sono costrette a viverne
le conseguenze. Ogni anno almeno 20 000 donne e bambine arrivano in Europa come
richiedenti asilo da paesi in cui vi è il rischio di mutilazioni genitali
femminili. Questa pratica viene inflitta a bambine e ragazze,


dalla prima infanzia all'età di 15 anni,
giustificandola erroneamente con motivazioni culturali o sociali. Le mutila-


zioni genitali femminili costituiscono una forma di
violenza contro le donne e le bambine che comporta gravi con
seguenze fisiche e psicologiche permanenti.

La Commissione europea è fortemente determinata a
porre fine a tutte le forme di violenza di genere in linea con


le politiche dell'Unione in materia di uguaglianza.
Questo impegno è illustrato nel piano d'azione dell'UE per i diritti


umani e la democrazia 2020-2024, nella strategia
dell'UE per la parità di genere 2020-2025, nel piano d'azione


dell'UE sulla parità di genere III e nella strategia
dell'UE sui diritti dei minori che mira a porre fine alla violenza


contro i minori, comprese le mutilazioni genitali
femminili, sia all'interno che all'esterno dell'UE. In linea con queste


politiche e con il nostro impegno a porre fine alle
mutilazioni genitali femminili in Europa e nel mondo, sosteniamo


con le superstiti, le famiglie e le comunità colpite,
gli esperti e i responsabili politici e cooperiamo con loro.


La convenzione del Consiglio d'Europa sulla
prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e


la violenza domestica prevede l'obbligo di perseguire
penalmente le mutilazioni genitali femminili. La convenzione


è stata firmata da tutti gli Stati membri dell'UE ed è
stata finora ratificata da 21 di essi. La Commissione ha collaborato con il
Consiglio per l'adesione dell'UE alla convenzione e ribadisce il suo impegno in
tal senso. L'8 marzo 2022 la Commissione presenterà una nuova proposta mirante
a prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica e
nel 2023 adotterà una raccomandazione specifica sulla prevenzione delle
pratiche lesive, comprese le mutilazioni genitali femminili, la quale dovrebbe
includere un sostegno e una protezione specializzati supplementari per le
vittime. Il programma Cittadini, uguaglianza, diritti e valori (CERV) offre finanziamenti per progetti volti a contrastare la violenza di genere, comprese le mutilazioni genitali femminili. Nell'ambito dell'invito a presentare proposte DAPHNE del 2022, sono stati selezionati dieci progetti a cui sono stati assegnati 5,6 milioni di € per affrontare questioni quali la prevenzione dei matrimoni infantili nella comunità Rom in Bulgaria, spazi sicuri per donne e ragazze migranti per condividere le loro esperienze in Lussemburgo e, più in generale, coinvolgere i giovani nella prevenzione delle mutilazioni genitali femminili in Europa.Al più tardi a partire dal 7 marzo le autorità nazionali potranno contare sul nuovo sistema d'informazione Schengen, che fornirà loro una nuova categoria di allerta per prevenire gli spostamenti di potenziali vittime identificate, proteggendo le donne e le bambine vulnerabili che rischiano di diventare vittime di violenza di genere, comprese le mutilazioni genitali femminili.
Anche la Convenzione delle Nazioni Unite del 1989 sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, di cui tutti gli Stati membri dell'UE sono parti contraenti, condanna la violenza contro i minori, comprese le mutilazioni genitali femminili. Nel 2021 la Commissione ha presentato una strategia globale dell'UE sui diritti dei minori che contiene azioni concrete e raccomandazioni per porre fine alla violenza sui minori, comprese le mutilazioni genitali femminili.
Nel contesto dell'azione esterna e della cooperazione allo sviluppo, l'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili continua a essere un'azione chiave del piano d'azione dell'UE per i diritti umani e la democrazia 2020-2024 e del piano d'azione dell'UE sulla parità di genere 2021-2025. Un'azione che si traduce in dialoghi politici e interventi concreti, ad esempio mediante il sostegno al programma globale congiunto UNFPA/UNICEF per l'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili, all'iniziativa Team Europa sulla salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti in
Africa e al programma regionale per l'Africa dell'iniziativa Spotlight che ha destinato 7,5 milioni di € alla lotta contro questa pratica in 17 paesi partner. Nonostante le restrizioni imposte durante la pandemia di COVID-19, circa 650 000 donne e ragazze hanno potuto usufruire di servizi di contrasto alla violenza di genere, tra cui un sostegno alla prevenzione delle pratiche lesive. L'UE sostiene inoltre progetti che affrontano il problema delle mutilazioni genitali femminili a livello nazionale tramite lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR). In Somalia, ad esempio, l'UE incoraggia l'autonomia delle organizzazioni della società civile in azioni di pressione e sensibilizzazione a favore dell'adozione di politiche miranti a contrastare le mutilazioni genitali femminili, mentre in Sudan appoggia la riforma legislativa per l'eliminazione di tale pratica nelle comunità rurali. Dal 2016 l'UE sostiene inoltre il programma congiunto UNFPA/UNICEF per l'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili con un contributo totale di 18,5 milioni di €. L'UE cerca di trasformare le norme sociali e di genere collaborando con uomini e ragazzi, il che è fondamentale per porre fine alle mutilazioni genitali femminili. Fino al 2021 il programma aveva istituito 1 758 coalizioni di uomini e ragazzi per sostenere attivamente l'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili nelle loro famiglie e comunità.
Il nuovo patto sulla migrazione e l'asilo presentato dalla Commissione nel settembre 2020 intende inoltre rafforzare le garanzie di tutela a disposizione delle persone con esigenze particolari e garantire l'ammissibilità alla protezione internazionale per donne e ragazze che temono di essere perseguitate o rischiano di subire mutilazioni genitali femminili.

https://italy.representation.ec.europa.eu/notizie-ed-eventi/notizie/giornata-internazionale-della-to...contro-le-mutilazioni-genitali-femminili-la-2023-02-03_it
(Rappresentanza in Italia Commissione europea)

Fonte :ANNO XXV N. 06/23 11/02/2023

 
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