Ue: la Croazia da gennaio nell'Eurozona e in Schengen.
Con l’inizio del
nuovo anno la Croazia, ultimo Paese a essere entrato nell’Unione europea, ha
aderito all’Eurozona e all’accordo sull'area Schengen. Per il Paese balcanico
si tratta del completamento del lungo cammino verso le istituzioni
euro-atlantiche, iniziato nel 2000 con l’arrivo al potere a Zagabria delle
forze europeiste e democratiche, dopo gli anni Novanta segnati dalla sanguinosa
guerra per l’indipendenza. La Croazia ha poi aderito nel 2009 alla Nato e dal
primo luglio 2013 è membro dell’Unione europea. Con l’adozione dell’euro e l’ingresso
nell’area Schengen si concludono le ultime due tappe della piena integrazione
nell’Europa unita. Il Paese dal primo gennaio è il ventesimo membro
dell’eurozona, che si allarga per la prima volta dal 2015 quando la Lituania
adottò l’euro. La zona della libera circolazione delle persone ha visto il suo
ultimo allargamento nel 2008, quando vi aderì la Svizzera, e con l’ingresso
della Croazia conterà 27 Paesi (23 Ue più Islanda, Norvegia, Svizzera e
Liechtenstein) con 420 milioni di abitanti. Da inizio 2023 saranno aboliti
tutti i controlli ai confini terrestri con la Slovenia e l’Ungheria, e quelli
marittimi con l’Italia, mentre per il traffico aereo si dovrà aspettare fino al
26 marzo, quando scatterà l’orario di volo estivo. In totale saranno soppressi
73 valichi di confine terrestri e 12 nei porti marittimi. L’assenza di
controlli porterà notevoli risparmi e faciliterà il commercio, fatto
particolarmente importante per il forte settore turistico croato che ne trarrà
vantaggio dato che la maggior parte dei turisti proviene dai Paesi Schengen. Ad
avvertire vantaggi immediati saranno anche gli esportatori di cibo fresco,
specie del pesce, dalla costa dalmata e istriana verso l’Italia. Allo stesso
tempo, verranno rafforzati i controlli ai confini esterni dell’Ue, quelli con
la Bosnia-Erzegovina, la Serbia e il Montenegro, in totale quasi 1.350
chilometri, dove già nei giorni scorsi sono state registrate lunghissime code
per l’ingresso in Croazia. Si tratta del confine esterno più lungo di tutti i
Paesi dell’Ue. Alcuni giorni fa il primo ministro Andrej Plenkovi ha voluto
sottolineare che la Croazia né in passato né ora, con l’ingresso a Schengen, ha
mai voluto «erigere barriere, recinzioni e tanto meno fili spinti ai confini
con la Bosnia», Paese sulla rotta migratoria balcanica. «Al contrario - ha
spiegato – in cooperazione stretta con la polizia bosniaca, ci vogliamo
impegnare per fare il massimo per prevenire l’immigrazione illegale». Anche
l’euro porta molti vantaggi per il turismo, traino dell’economia della Croazia,
che contribuisce con quasi il 20% al Pil nazionale. L’ingresso nell’eurozona
con un’alta inflazione, al 13,5% a novembre, desta preoccupazione, ma gli
esperti indicano che avrà invece un effetto benefico sui prestiti e i mutui. I
tassi di interesse cresceranno, ma sicuramente meno di quanto sarebbero
cresciuti se il Paese fosse rimasto fuori dall’euro. L’adattamento alla moneta
unica è iniziato a settembre con l'obbligo di esposizione di tutti i prezzi in
entrambe le valute, regola che resterà in vigore per tutto il 2023. Per i
pagamenti in contanti il periodo di transizione durerà fino al 14 gennaio 2023
quando sarà possibile pagare sia in kune che in euro. Il tasso di conversione è
stato fissato a 7,53450 kune croate per 1 euro..
Fonte:
ANNO XXV
N. 01/23
03/11/2023