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Fiscalità: l'UE chiede maggiore trasparenza alle multinazionali.

Fiscalità: l'UE chiede maggiore
trasparenza alle multinazionali.
 Per le multinazionali sarà obbligatorio
rivelare pubblicamente quante tasse pagano in ciascun paese dell'UE e questo
aumenterà il controllo sulle loro pratiche fiscali. 11 novembre il Parlamento
europeo voterà un accordo provvisorio con il Consiglio che inserisce l'obbligo
per le imprese con un fatturato annuo superiore a 750 milioni di euro e con
attività in più paesi a dichiarare gli utili realizzati, l'imposta sul reddito
pagata e il numero di dipendenti in ciascun paese dell'UE per l'anno finanziario
precedente. Le società saranno tenute inoltre a pubblicare profitti, tasse e costi
del personale versati in alcuni paesi extra UE, compresi i paesi che non
cooperano con l'UE in materia fiscale e quelli che non soddisfano tutti gli
standard ma si sono impegnati a riformare. L'UE dispone di una lista delle
giurisdizioni appartenenti alle due categorie che viene aggiornata
regolarmente. Le nuove regole puntano a svelare dove le multinazionali pagano
le tasse e a rendere più difficile l'elusione fiscale. Quale importanza riveste
la trasparenza fiscale? Gli eurodeputati invocano l'introduzione per le aziende
di una rendicontazione pubblica paese per paese. Tale richiesta avviene poiché,
a partire dal 2010, diversi scandali finanziari hanno rivelato la pratica messa
in atto da molte multinazionali, ovvero il trasferimento dei profitti in paesi
che consentono di beneficiare di un regime di tassazione preferenziale con
pochi dipendenti e una bassa soglia di operazioni. In termini pratici, questo
si traduce in una tassazione minore per le multinazionali, a scapito dei paesi
che lottano per finanziare i propri investimenti e per difendere le prestazioni
sociali. L'introduzione di norme che aumentano la trasparenza fiscale, dovrebbe
implicare una riflessione per le grandi aziende, in termini di approccio al
pagamento delle tasse. Tempi di preparazione lunghi Nel 2015 il Parlamento
aveva già formulato alcune raccomandazioni sull'obbligo per le aziende di
rivelare sia i propri profitti che il pagamento delle imposte paese per paese.
A tal proposito, nel 2016 la Commissione europea ha formulato una proposta di
normativa. Tuttavia, mentre il Parlamento ha provveduto ad adottare la propria
posizione nel luglio 2017, i negoziati tra i colegislatori sono potuti iniziare
solo nel 2021 a causa della lentezza nelle trattative del Consiglio dei
ministri. Nel giugno 2021, è stato raggiunto un accordo provvisorio.
"Questo risultato costituisce un grande successo per il Parlamento
europeo, poiché è stato proprio il Parlamento europeo a richiederlo e a
portarlo sul tavolo", ha affermato la correlatrice Evelyn Regner (S&D,
AT) commentando l'accordo provvisorio. L'eurodeputata ha poi sottolineato
l'importanza delle suddette regole per i cittadini, dal momento che potrebbero
portare a una maggiore giustizia fiscale, rivelando dove vengono pagate le
tasse. Le nuove regole non obbligheranno le multinazionali a rivelare i propri
profitti e il versamento delle imposte in ogni paese del mondo. Le società
potranno comunque divulgare i dati aggregati per paesi che non sono membri
dell'UE, pur non apparendo negli elenchi dell'UE indicanti i paesi non
cooperativi e di paesi che si sono impegnati nella riforma fiscale. Tuttavia, i
negoziatori del Parlamento affermano che le regole potrebbero essere
ulteriormente rafforzate una volta che la Commissione avrà effettuato la
revisione dell'impatto della legislazione, a quattro anni dalla sua attuazione.
"Questo è solo l'inizio del viaggio, non la fine... rappresenta una pietra
miliare, dal terreno conquistato possiamo continuare ad andare avanti", ha
affermato l'altro correlatore per conto del Parlamento Ibán García Del Blanco
(S&D, ES)fonte : Europa & Mediterraneo n.°44 del 10/11/2021

 
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