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Giornata della Terra 2021 - Ecosistemi distrutti e calamità in aumento

La Giornata della Terra quest'anno è dedicata al tema 'Restore Our Earth', ma dietro la lotta al degrado ambientale e al cambiamento climatico per risanare il Pianeta, c'è anche la necessità di convivere con gli effetti ormai innescati e che sono sotto i nostri occhi. Dalle grandinate su Roma e nel Salento, con danni a ortaggi e frutteti, alla neve in Sardegna, fino al gelo che nel Savonese ha messo a rischio la produzione di miele d'acacia e nel Ravennate ha provocato danni per circa 220 milioni di euro, più pesanti di quelli della primavera 2020. In Veneto, invece, è stata azzerata la produzione di pesco e albicocco e in queste ore si contano perdite per 300 milioni. Tutto questo, mentre la pioggia è arrivata come una manna per le campagne lombarde in siccità da due mesi. Non si chiama più maltempo, ma cambiamento climatico. E gli scienziati ci dicono che non si fermerà: gli interventi di mitigazione in atto sono necessari, ma nei prossimi anni il trend negativo peggiorerà. Da questo dipende il futuro della Terra (e di chi la abita). Oggi la priorità assoluta è 'adattarsi' a questa realtà. LA TERRA "SULL'ORLO DELL'ABISSO" - Tanto più che, in vista del vertice globale convocato dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, nei giorni scorsi è stato pubblicato un rapporto dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale, che fa capo alle Nazioni Unite stando al quale, dopo gli effetti temporanei del primo lockdown, il riscaldamento globale sta procedendo "in maniera implacabile" e gli impatti continueranno nei prossimi decenni. L'Onu raccomanda di investire nell'adattamento, mentre il segretario generale Antonio Guterres, che sul tema ha conversato di recente al telefono con il premier Mario Draghi, ha detto a chiare lettere che "il mondo è sull'orlo dell'abisso". La Commissione Ue ha presentato a fine febbraio la strategia europea di adattamento ai cambiamenti climatici, mentre il nostro Paese è ancora scoperto. "Pianificare non è il nostro forte, in Italia si lavora quasi sempre sull'emergenza, facendo aumentare anche i costi" spiega a ilfattoquotidiano.it Antonello Pasini, fisico climatologo presso il CNR, e autore del saggio L'equazione dei disastri, sui rischi e gli eventi estremi che minacciano l'Italia. Di fatto, il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), elaborato dal ministero dell'Ambiente (oggi della Transizione ecologica) dopo una consultazione pubblica nel 2017, è rimasto a lungo in un cassetto, accumulando una serie di ritardi. A gennaio 2021 è partita la Valutazione ambientale strategica (Vas), ma ora bisogna accelerare. IN ITALIA UN EVENTO ESTREMO AL GIORNO - Nel 2021, racconta Coldiretti "in Italia si è verificato a macchia di leopardo un evento estremo al giorno tra siccità, le cosiddette bombe d'acqua, violente grandinate e gelo in piena primavera che ha distrutto le fioriture compromettendo pesantemente il lavoro delle api". Acquazzoni violenti, grandinate e tempeste di vento e neve sono aumentate del 274% rispetto allo scorso anno. Cosa ci aspetta? Nel 2020 il Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici ha pubblicato lo studio 'Analisi del rischio. I cambiamenti climatici in Italia', osservando i settori chiave (ambiente urbano, rischio geo-idrologico, risorse idriche, agricoltura e allevamento, incendi) e giungendo alla conclusione che "anche se più ricche e sviluppate le regioni del Nord non sono immuni agli impatti dei cambiamenti climatici, né sono più preparate per affrontarli". Studi recenti indicano per l'Italia, dal 2021 al 2050, un incremento della temperatura fino a 2°C su scala stagionale, con aumenti più accentuati sulle Alpi e in estate, una diminuzione delle precipitazioni (meno frequenti, ma più intense) durante l'estate al Centro e al Sud e una tendenza all'aumento delle piogge invernali, specie al Nord. "Le proiezioni indicano anche - spiega il CMCC - un incremento di fenomeni estremi, che metteranno ulteriormente a rischio le aree urbanizzate, già vulnerabili in quanto caratterizzate dalla presenza di superfici impermeabili, ricoperte da cemento e asfalto, e da poche aree di carattere naturale (suolo e vegetazione)". Insomma dovremo convivere con la siccità ed essere pronti alle piogge torrenziali.

 
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